Caffè Caraceno è una torrefazione nata in Abruzzo per promuovere e sviluppare la cultura del caffè di qualità.
Presente a Castel di Sangro si propone come unica realtà imprenditoriale dedicata esclusivamente alla ricerca, alla tostatura ed alla vendita del caffè.
Selezionando caffè verdi da ogni parte del mondo Caffè Caraceno offre ai propri clienti apposite miscele e caffè monorigini occupandosi di ogni fase della filiera produttiva, dalla scelta della materia prima alla tostatura, dall’analisi sensoriale al confezionamento, il tutto mantenendo uno spirito artigianale per ottenere un prodotto unico, fresco e di altissima qualità.
Tutto questo e molto altro ancora è Caffè Caraceno, perché la vita è una bellissimo e interminabile viaggio alla ricerca della perfetta tazza di caffè.
A riempire una stanza basta una caffettiera sul fuoco.
(Erri De Luca)
Caffè Caraceno è una realtà fortemente legata al proprio territorio ed alla sua storia. Per questo abbiamo scelto per il nostro brand un nome che ci ricollegasse alla nostra terra.
I Caraceni (o Caracinni, Carricini) furono una piccola tribù sannitica che, al tempo di Augusto, si divideva in due gruppi: i Carricini supernates, che occupavano la parte settentrionale e i Carricini infernates, nella parte meridionale. I Caraceni si ribellarono due volte alla dominazione romana -nel 311 a.c. e nel 269 a.c. – ma entrambe le volte furono sconfitti e, a poco a poco, assimilati. Secondo Tolomeo, alla popolazione Caracena apparteneva Aufidena.
I Caraceni erano una delle quattro tribù, la più settentrionale e probabilmente la meno numerosa, che costituivano il popolo dei Sanniti. Occupavano pressappoco l’area del basso Abruzzo compresa tra il fiume Sangro e le pendici della Maiella. Il loro territorio era delimitato a nord e ad est da quello dei Frentani, a sud da quello dei Pentri, e ad ovest da quello dei Peligni.
Secondo Vincenzo Balzano, magistrato, storico dell’arte e studioso della storia d’Abruzzo e di Castel di Sangro, l’antica Aufidena coincide oggi non con Alfedena, come l’assonanza può indicare, bensì con Castel di Sangro, che era, appunto, il centro più importante del territorio.